MARSALA – Ad un’anziana donna marsalese di 75 anni, Rosa Maiale, gli è stato accordato un risarcimento danni di 129.777 euro da parte delle giustizia per un caso di malasanità. Cifra stabilita dal Tribunale civile di Marsala e confermata dalla Corte d’appello. Condannati a pagare due medici ortopedici dell’ospedale San Biagio, Angelo Marchese e Giuseppe Marino.
Categoria: RASSEGNA STAMPA

Malasanità dilagante in Puglia, Movimento 5 Stelle chiede ispezioni ministeriali. “Commissariare Asl”
Attivisti pugliesi del M5S hanno raccolto ed esaminato una serie di segnalazioni relative ad inefficienze, sprechi, probabili ipotesi di reato, gravi casi di malasanità nell’ambito delle Asl pugliesi, tanto da rendersi promotori di un’azione volta scongiurare l’affossamento definitivo delle prestazioni sanitarie erogate ai cittadini pugliesi, nonché il reiterarsi di condotte da parte dei vertici della Sanità pugliese, certamente non improntate ai principi di trasparenza e meritocrazia, bensì inquadrabili nel solco della peggiore tradizione che vede troppo spesso la politica partitica imporre logiche nepotistiche e di spartizione nell’amministrazione della “cosa pubblica”.
Tale volontà d’intervento si è tradotta in un’interrogazione parlamentare a prima firma del senatore Maurizio Buccarella del Movimento 5 Stelle, indirizzata al Ministro della Salute, in cui si sollecita un intervento ispettivo da parte del Ministro e l’invito a considerare il commissariamento delle ASL pugliesi, come misura estrema ma necessaria al fine di riportare la sanità pugliese a decenti livelli di efficienza e trasparenza, a tutela della salute e dei diritti dei cittadini pugliesi.
Fonte: immediato.net
Sabato 4 ottobre 2014
.
.
Risarcimenti-Online.it, assistenza medico legale risarcimento danni malasanità.
Richiedi subito un consulto gratuito.
.
.

Presunti casi malasanità: assessore Puglia, accertamento eventuali responsabilità
“Stiamo valutando attentamente i casi e saranno portate a termine tutte le azioni per accertare le eventuali responsabilità”. Lo assicura l’assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, alla luce dei presunti casi di malasanità avvenuti in alcuni reparti dell’Ospedale della Murgia e oggi al Santissima Annunziata di Taranto. Nel primo caso sono morti due bambini rispettivamente ad agosto e ai primi di settembre, (entrambi morti al pediatrico di Bari, dopo essere passati dal ‘Perinei’). Sabato mattina è deceduto un neonato, subito dopo un parto cesareo sempre nello stesso nosocomio.
Al Santissima Annunziata di Taranto, oggi, una partoriente è morta subito dopo aver messo alla luce il piccolo che invece gode di buona salute. “Con l’apertura delle procedure di verifica da parte delle Aziende e con la nomina delle commissioni di indagine – aggiunge – sono stati presi i provvedimenti volti a tutelare la sicurezza del sistema sanitario pubblico. Perché le attività di verifica fanno parte proprio della sicurezza del sistema sanitario pubblico che è garantita secondo i protocolli che sono applicati con il massimo rigore”, conclude Pentassuglia.
“Sono convinto che, se vi sono state forme di negligenza nel formulare una giusta diagnosi, da parte del personale medico – ha sottolineato il consigliere regionakle dei Moderati e popolari Giacinto Forte, a proposito dell’ultimo episodio – è giusto che sia accertato nell’ambito dell’inchiesta interna, disposta dalla Asl, o anche dall’autorità giudiziaria, nel caso sia stata chiamata in causa, per avviare un procedimento di accertamento di responsabilità. Tuttavia, questi accadimenti dolorosi, contribuiscono a minare la credibilità di una struttura ospedaliera, così giovane, (che in pochi mesi si è conquistata una cattiva nomea), che sarebbe dovuta essere il fiore all’occhiello di questo territorio. Simili casi non possono essere considerati, incresciosi e fatali incidenti di percorso. Purtroppo, si continuano a registrare carenze strutturali ed organizzative – evidenzia Forte – acuite da questi ultimi casi di morti sospette, in questi ultimi mesi. Vorrei sollecitare ancora una volta, senza temporeggiare ulteriormente, un intervento in loco, dell’Assessore alla Sanità Pentassuglia, per verificare di persona, organizzazione e livelli di efficienza, dei servizi sanitari offerti nel nosocomio della Murgia”.
Fonte: altamurgia.it

Incidente mortale a Casale Nei: uomo investito in viale Carmelo Bene
Una tragedia annunciata quella di Casale Nei. Ieri sera, in viale Carmelo Bene, un uomo di 45 anni è stato investito e ucciso da un’auto. L’incidente poco dopo le 20.30. La vittima è morta praticamente sul colpo, si chiamava Giuseppe Casoni. Il conducente della Smart si è fermato a prestare soccorso.
Tragedia annunciata dicevamo. Già perché da giorni i residenti del grosso viale che taglia il Parco delle Sabine collegando Porta di Roma a Colle Salario, denunciano la totale mancanza di illuminazione. “I lampioni sono spenti”, racconta un residente.
“Proprio poche ore prima di apprendere dell’incidente avevo visto su facebook la foto in cui un abitante mostrava il buio. Si poteva evitare”. Ad aggravare la situazione c’è anche il fatto che la via è percorsa a velocità piuttosto sostenute. “Qui le auto corrono ed è pericoloso attraversare anche di giorno”, racconta un’anziano. “Sembra facciano vere e proprie gare la sera”, conclude un residente più giovane.
Fonte: romatoday.it
di romatoday.it Domenica 21 settembre 2014 . . . .
Incidente mortale a Cercenasco: il motociclista era di Vinovo
Era nato a Villastellone e abitava a Vinovo Massimo Olivo, il motocliclista di 50 anni morto oggi pomeriggio a causa di uno scontro tra la sua Honda Hornet e un trattore.
L’incidente è avvenuto attorno alle 15 lungo la strada Provinciale che da Cercenasco porta verso Pinerolo. Il mezzo, con rimorchio, era condotto da un agricoltore cercenaschese.
La dinamica esatta dell’incidente è tuttora in corso di accertamento. Secondo una prima ricostruzione entrambi i veicoli procedevano in direzione Buriasco quando è avvenuto lo scontro.
Sul posto l’ambulanza del 118, il cui medico ha constatato il decesso, e i Carabinieri di Vigone.
Fonte: ecodelchisone.it
di l.p.
Incidente mortale a Sarmeola. Malore e va a sbattere
la vittima è Bruno Turetta, 64 anni, rappresentante, di Selvazzano. È finito con la sua auto contro un’altra macchina, forse stava già male
È successo alle 11 in via della Provvidenza, angolo via Sant’Antonio. Sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem che hanno intubato l’uomo, che appariva già in condizioni gravissime. È morto poco dopo all’ospedale. La dinamica dell’incidente è al vaglio dei vigili urbani del Consorzio Padova Ovest.
Fonte: mattinopadova.gelocal.it
di mattinopadova.gelocal.it Mercoledì 17 settembre 2014 . . . .
TERNI Incidente mortale all’Ast di Terni. Perde la vita il titolare di una ditta esterna, Enrico Pezzanera
Ast, incidente mortale al centro di finitura braccio della gru decapita un operaio.
TERNI Incidente mortale all’Ast di Terni. Perde la vita il titolare di una ditta esterna, Enrico Pezzanera, che stava lavorando al centro di finitura di vocabolo Sabbione.
Ancora non si sa nulla di preciso sulla dinamica dell’incidente, ma pare che l’uomo, 62 anni, sia stato decapitato da una gru (più precisamente un ragno meccanico) in movimento che stava utilizzando per spostare del materiale ferroso. Operazione che il titolare della dittà stava facendo insieme al figlio, che ha assistito al terribile incidente.
Fonte: ilmessaggero.it
di ilmessaggero.it Mercoledì 17 settembre 2014 . . .
Incidenti sul lavoro, sopralluoghi all’Ilva e anche Expo per commissione inchiesta Senato
Questo pomeriggio, si è riunita, al Senato, la commissione parlamentare sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro. L’assemblea ha elaborato una proposta di programma che, in una prima fase, procederà all’audizione del ministro del Lavoro e del ministro della Salute, nonchè delle pubbliche amministrazioni competenti in materia (direttore generale dell’Inail, Comandante dei Carabinieri per la tutela del lavoro, ecc.), delle parti sociali (sindacali e datoriali). Le audizioni saranno finalizzate ad acquisire elementi informativi sulle tematiche generali attinenti agli infortuni ed alle malattie professionali e sui gravi eventi infortunistici avvenuti, nonché in relazione a stabilimenti produttivi con specifiche criticità.
La commissione formerà gruppi di lavoro per i casi relativi alle problematiche inerenti alla salubrità degli ambienti di lavoro, un esempio su tutti lo stabilimento Ilva di Taranto, in riferimento al quale si propone l’effettuazione di un apposito sopralluogo.
Un ulteriore approfondimento sarà realizzato rispetto alla sicurezza sul lavoro nei cantieri delle cosiddette grandi opere, per le quali sarà programmata un’ispezione sui cantieri dell’Expo.
Un altro strumento utile che verrà utilizzato dalla commissione sarà quello dell’acquisizione di elementi conoscitivi in merito a specifici eventi infortunistici attraverso la domanda di informazioni alle autorità locali, un dispositivo già utilizzato dalla presidente Camilla Fabbri che ha richiesto informative per alcuni casi emersi in questi ultimi tre mesi. Lo rende noto un comunicato dell’ufficio stampa della presidenza della commissione.
Fonte: pu24.it
di pu24.it Martedì 16 settembre 2014 . . .
Malasanità a Messina 350.000 euro di risarcimento danni, Corte dei Conti condanna chirurgo.


Malasanità, due medici condannati a risarcire 130 mila euro
In realtà a sborsare il denaro saranno le compagnie assicurative cui i medici si erano affidati contro “infortuni” del genere. I fatti risalgono alla fine di agosto 2003, quando l’anziana, difesa dall’avvocato Giuseppe Monteleone, subì una frattura all’ulna destra. E secondo l’accusa il gesso fu applicato in maniera errata. In pratica, furono bloccati sia il braccio che l’intera mano, con la conseguenza di rimanere definitivamente anchilosati.
Ad applicare il gesso “fino ad un livello tale da bloccare le articolazioni metacarpofalangee e le prime falangi” fu Marchese. Il medico è stato accusato anche di “condotta omissiva”, non avendo eseguito i “dovuti e necessari controlli e accertamenti” alcuni giorni dopo l’applicazione dell’apparecchio gessato.
Controlli, in verità, effettuati due volte (2-3 giorni dopo e 8 giorni dopo), ma senza rimediare all’errore. Quando ancora si era in tempo ad evitare il peggio. Il gesso, infatti, poteva essere tolto e rifatto. A Marino, invece, si rimprovera di avere applicato, l’1 ottobre 2003, una nuova gessatura, dopo la rimozione della prima, omettendo di prescrivere dei cicli di kinesiterapia che, secondo l’accusa, avrebbero “ridotto notevolmente la rigidità delle dita e della mano destra ormai divenuta irreversibile”. Oltre al risarcimento danni (129.777 euro, due terzi in capo a Marchese, un terzo al Marino), i giudici hanno condannato medici e Asp anche al pagamento delle spese processuali, quantificate in 9.800 euro.
Fonte: ideazionenews.it
di ideazionenews.it Giovedì 11 settembre 2014 . .
Malasanità, anziano vive dodici anni con un filo metallico nella pancia
E’ successo a un anziano di Calolziocorte. Ad accorgersi del corpo estraneo un altro medico, che ha operato il paziente liberandolo dal pesante fardello
Calolziocorte, 4 settembre 2014 – Ci sono medici che si dimenticano del telefonino a casa e altri che lasciano fili nella pancia dei pazienti. Così un anziano di Calolziocorte ha vissuto per quasi quindici anni con il filo di un punto nell’addome. L’uomo, ospite di una casa di riposo nel rione di Foppenico, nei primi anni duemila aveva sostenuto un intervento per rimuovere un’ernia ombelicale e il chirurgo dell’epoca aveva dimenticato di togliere un punto che così è rimasto tra l’addome e il sottopelle. L’anziano aveva così proseguito con la sua vita normale anche se, ogni tanto, lamentava dolori nella zona addominale, non così forti però da pensare a un ricovero. Nelle scorse settimane, a seguito di un altro intervento chirurgico, un medico, insieme al personale sanitario della Rsa, ha visitato l’uomo e ha notato la presenza di un corpo estraneo. Così ha subìto un’ulteriore operazione che ha permesso la rimozione definitiva del filo metallico.
Ora l’anziano sta bene e, finalmente, non avrà altri fastidi per colpa di quel punto rimasto a suturare la ferita anche una volta che si era rimarginata. Non è il primo caso di punti dimenticati. Non raramente accade che i medici, al momento dell’ultimo controllo dopo l’operazione, lascino fili non in vista all’interno del corpo dei pazienti. A volte quindi non rimane altra soluzione se non recarsi dal medico di base o in pronto soccorso per rimuovere il punto. Se non ci si accorge, però, i fili metallici possono rimanere per tutta la vita, provocando fastidi e dolori sempre più gravi per i pazienti che hanno avuto la sfortuna di essere operati da specialisti e infermieri un po’ distratti.
Fonte: ilgiorno.it